Proteste, violenze e rivoluzioni, sconfitte per l’uomo
Non condividiamo il comodo quietismo rispetto al responsabile agire. Siamo convinti che a tutti noi, protagonisti del tempo e della storia, competa adoperarsi in ogni contesto, secondo le personali condizioni e possibilità, per favorire il bene e la crescita comune. Siamo altrettanto consapevoli delle difficoltà e fatiche che tempo e storia comportano. Tuttavia, crediamo che difficoltà e fatiche vadano affrontate con spirito di inclusività piuttosto che con spirito di conflittualità.
Viviamo un tempo di accese proteste sociali, manifestazioni di un profondo disagio dalle radici antiche. Individuarne l’origine nella cristi economica, per quanto indubbiamente esistente, non ci sembra del tutto corretto.
In queste settimane le immagini della vicina Francia, interessata da manifestazioni violente a causa di una riforma pensionistica particolarmente controversa, si sovrappongono alle distruzioni e morti causate dal conflitto tra Russia e Ucraina; alle altrettanto violente conflittualità in Sudan, con palesi e quotidiane violazioni dei diritti umani; alle numerose diverse situazioni di crisi nel mondo, dal Medio Oriente all’Asia, senza escludere l’America Latina.
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