Eugenio Scagliusi, avvocato, alterna l’esercizio dell’avvocatura alla prassi della politica. Lo fa, ormai da vari anni con energia, competenza, passione e giovanile baldanza, non senza invidiabili successi e senza accusare particolare debolezza per l’uno o l’altro campo d’azione.
Il libro non è dunque e non vuole essere un trattato di filosofia politica, ne emerge un profilo di politica nuova, o piuttosto l’ansia di un diverso comportamento civico e nuovi criteri di gestione pubblica. Emerge soprattutto, contro il sistema del “malaffare”, una denuncia coraggiosamente sincera.
Il libro è soprattutto un esame di coscienza; nasce da un duro, indigeribile travaglio di esperienza quotidiana.
Lo Scagliusi è giovane ed affronta la questione con estrema veemenza quando si tratta di principii; ma lo fa anche (dote non comune tra i giovani) con adeguata comprensione, pacata disponibilità al dialogo e cristiano rispetto della persona umana, quando appunto si tratta di persone.
L’Autore ci avverte in sostanza che le leggi ci sono,forse anche troppe e talvolta contraddittorie; che gli istituti e le provvidenze non mancano, se anche non funzionano; e perché non funzionano, e non possono funzionare se i destinatari non ne hanno elementare coscienza.
Al termine della lettura di questo volume emergerà quello che la politica è: ogni azione partecipativa che, a vari livelli ed in ogni momento del quotidiano vivere, sempre così, consapevole e responsabile, miri alla salvaguardia della dignità dell’uomo. La partecipazione politica è quotidiana, perché ogni uomo vive ogni giorno e vive ogni giorno nella polis, ormai estesa, oggi, al mondo intero.
Il volume si chiude con la squisita Postfazione del Sac. Prof. Nicola Giordano.